Intervista di Carlotta Caravaggi* a Donatella Caione e Debora Cingano, fondatrici della Casa editrice Mammeonline.
Il mercato dei siti web è variegato e insidioso. Ne sanno qualcosa le aziende italiane sbarcate su Internet a cavallo fra i due millenni sborsando cifre esorbitanti per siti non sempre degni della loro immagine o con risultati poco incoraggianti. Tra i motivi - oltre alla mancanza di professionalità dei tanti web designer improvvisati - la mancanza di un’infarinatura di base da parte di chi doveva decidere gli investimenti su un mezzo del tutto nuovo. E nel 2006 la situazione non è migliorata di molto: listini che parlano di pagine web formato A4 (!), committenti che chiedono colori col codice Pantone e puntatori animati.
Per venire incontro a dirigenti e a professionisti che vogliono capire meglio questo mondo, per chi vuol scoprire come e perché si realizza un sito web, la casa editrice Mammeonline propone un libro su Internet diverso dal solito, a cominciare dal pubblico a cui è destinato.
Donatella, chi è il lettore ideale di questo libro?
Colui che, imprenditore o commerciante o professionista, ha capito che un buon sito, utile ed efficace, non se lo si può far da sé o dal ragazzino “che capisce d’Internèt“: e ha capito che non basta farselo tanto per dire di averlo… anzi, finisce per essere controproducente, anche perché poi il sito “comunica” una certa idea di sé e dell’azienda e se deve comunicare una brutta idea allora molto meglio che non ci sia proprio.
Debora, parliamo di Internet: grande chimera o strumento ancora incompreso nelle sue potenzialità?
Troppa poca professionalità è stata alla base della sensazione dell’insuccesso di Internet che si è avuta all’inizio del periodo di diffusione di massa, cioè alla fine degli anni ‘90. Un uso di Internet fatto a passo di elefante, con siti brutti, inutili e poco comunicativi, un modo di farsi pubblicità senza regole e senza alcuna etica, anche sui siti altrui, un’idea che la rete fosse di tutti e quindi si potesse fare tutto ciò che pareva comodo ed utile fare, e degli insuccessi si è attribuita la causa allo strumento Internet e non al modo in cui lo si utilizzava… poi per fortuna si è riusciti ad invertire la tendenza, a capire che anche in Internet si devono rispettare delle regole, nel fare i siti come nel modo di comunicare, e si sta cominciando a comprendere, anche se siamo lontani dal poter dire che è una cosa condivisa e generale, che Internet può essere uno strumento molto potente per farsi conoscere, per vendere i propri servizi, per comunicare le proprie idee e attività ma bisogna farlo con professionalità allo stesso modo di qualsiasi altra attività con la stessa cura che si ha con i clienti nel proprio negozio, nel proprio studio, nella propria azienda. Chi riuscirà a comprendere questo, e quindi ad avere un sito realmente utile, ben ideato e ben realizzato, potrà sicuramente trovare in Internet un validissimo mezzo per farsi conoscere e per vendere i suoi servizi/prodotti.
*Carlotta Caravaggi è Web Content Manager presso l’Università per Stranieri di Perugia